Studio Legale Avv. Giacomo Galeota

Occorrono più investimenti sulla giustizia

Occorrono più investimenti sulla giustizia

Giacomo Galeota Giacomo Galeota • Pubblicato il 27 ottobre 2023

Occorre far tesoro di quello che sta avvenendo nei tribunali nel corso della gestione dell'emergenza Coronavirus,

Giacomo Galeota
Giacomo Galeota
Avvocato
Mi dedico all'attività professionale di Avvocato e, al contempo, all'attività divulgativa e formativa, pubblicando articoli e approfondimenti in materia di risarcimento danni, responsabilità civile, diritto penale e diritto di famiglia, partecipando ad eventi e corsi, organizzati in tutto il territorio nazionale, su tematiche attinenti alla protezione dei dati personali e sulle questioni di maggior interesse riguardanti il rapporto tra diritto e mondo del web e delle nuove tecnologie.
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Occorre far tesoro di quello che sta avvenendo nei tribunali nel corso della gestione dell'emergenza Coronavirus, perché potrebbe essere utile per affrontare il futuro. ne è convinta buona parte della magistratura che Affari Legali ha sentito questa settimana. «Covid-19 ha un note vole impatto.

Nel settore civile l'attività è pressoché integralmente sospesa, tranne le eccezioni previste dal dl 18/20», dice Claudio Marangoni, presidente della sezione XIV Impresa A del Tribunale di Milano. «Attualmente il Tribunale di Milano ha invitato tutti i giudici a lavorare da remoto utilizzando le possibilità offerte dal Processo civile telematico mentre le funzionalità delle cancellerie civili è ridotta sostanzialmente alla gestione delle urgenze tramite un presidio centralizzato e una operatività delle cancellerie delle singole sezioni ridotta al minimo.

Per il personale di cancelleria la possibilità di lavorare da remoto è estremamente ridotta e l'istituzione di un presidio centralizzato risponde alla necessità di limitare per quanto possibile trasferimenti casa/lavoro del personale amministrativo e la permanenza in ufficio che non sia legata ad effettive e indifferibili esigenze lavorative. Anche nel settore civile vi sono urgenze e necessità di ottenere provvedimenti in caso di lesione di diritti essenziali. Secondo l'attuale organizzazione interna del Tribunale di Milano - che esclude la possibilità di depositi cartacei di atti e di istanze - la telematizzazione consente al giudice di turno di valutare con rapidità eventuali istanze e decidere le modalità di trattazione quanto alla loro effettiva urgenza».

Vedremo sempre più video-conference per gestire procedimenti in campo civile? «Attualmente è una necessità cui credo dovremo adeguarci. Sarà necessario dare corso - risolte le problematiche sanitarie più urgenti - a un periodo in cui saranno comunque valorizzati gli strumenti della videoconferenza e della trattazione scritta delle cause per delimitare comunque al massimo la necessità di tenere udienze in presenza di persone» aggiunge. «Il blocco, reso obbligatorio dalla legge, comporta il rinvio di moltissime udienze, ciascuna con molte cause, per le quali erano state già fi ssate attività processuali (interrogatori, audizione di testi, consulenze di uffi cio ecc...).

La conseguenza di ciò sarà che molte delle udienze dei mesi successivi al giugno 2020 saranno occupate da tali rinvii e, per conseguenza, le cause iscritte in queste settimane non potranno essere fi ssate a date ravvicinate, come invece abitualmente si fa presso il Tribunale del lavoro di Milano», ricorda Pietro Martello, presidente del tribunale del Lavoro di Milano; «L'uso dell'informatica è già da anni diffuso. Il Tribunale del lavoro di Milano è stato sede-pilota per la sperimentazione del processo civile telematico, divenuto obbligatorio e diffuso in tutto il territorio nazionale.

La stessa cosa potrà avvenire con la videoconferenza. Sarebbe stato meglio che tale strumento venisse introdotto e sperimentato in tempi non di emergenza. Invece, i programmi per la videoconferenza sono stati apprezzabilmente forniti dal Ministero solo in questi giorni di emergenza, con le comprensibili difficoltà di sperimentazione. In qualche situazione sono stati già svolti dei processi in videoconferenza. I giudici del Tribunale del lavoro di Milano si stanno attrezzando a tal fi ne, in modo da passare alla concreta realizzazione. Bisogna ricordare che il personale di Cancelleria è, in questo periodo, a ranghi estremamente ridotti e che i pochi rimasti in servizio non hanno ancora ricevuto alcuna formazione per la videoconferenza», aggiunge Martello.

Secondo Tomaso Picazio, presidente della I Sezione penale del Tribunale di Roma, «per effetto del Covid-19 la nostra attività, se si escludono le situazioni di emergenza, si è sostanzialmente fermata. Restano le attività che riguardano situazioni specifi che, e sono concentrate in udienze settimanali, con una riduzione signifi cativa di organico e strutture amministrative. Scontiamo il cronico ritardo nell'utilizzo del processo telematico in campo penale». L'impatto, inoltre, non è solo sulla trattazione dei processi incardinati, ma anche sull'arretrato che la Corte d'appello di Roma aveva iniziato progressivamente a smaltire. «Non credo, compatibilmente, con l'evolversi dell'epidemia, si potrà immaginare un ritorno alla «normalità» prima di settembre» chiosa Picazio. Come fronteggiare la situazione? «Questa tragica vicenda ci insegna che occorre investire nuovamente nella giustizia, sia in termini di competenze professionali si tecnologiche. La smaterializzazione del fascicolo processuale nel penale è non più procastinabile. Poi occorre implementare le competenze digitali e la familiarità con il lavoro da remoto presso tutta la classe forense.

Ne gioverebbero tutti, in primis la macchina della giustizia» conclude. «I due decreti legge emanati in materia hanno ridotto l'attività giudiziaria nel settore civile, sino al 15 aprile, alla sola trattazione delle attività urgenti; attività più numerose di quanto il comune cittadino possa immaginare», spiega Giovanni Buonomo presidente della quarta sezione civile e segretario generale della Corte di appello di Roma per il settore civile. Anche lo strumento emergenziale (la videoconferenza) è stato sperimentato con successo. «L'udienza in videoconferenza riguarda solo l'udienza istruttoria del primo grado, le udienze camerali e gli altri pochi casi in cui è eccezionalmente esclusa la presenza del pubblico.

Cosa diversa è il collegamento che consente, in un'udienza pubblica, la partecipazione a distanza di un soggetto che si trova in altro luogo e che, per diverse ragioni, non può presentarsi personalmente davanti al giudice» aggiunge Buonomo. Per un uso diffuso di queste tecnologie nel processo sarebbe necessario uno specifico intervento del legislatore.

Bisognerebbe disporre, negli uffi ci giudiziari, di un adeguato servizio di assistenza tecnica. Ai magistrati non può essere richiesto, se non in situazioni eccezionali, di gestire, oltre all'udienza, anche tutte le attività collaterali (convocazione, gestione dei collegamenti, controllo) in assenza di assistenti tecnici» conclude Buonomo. «La Giustizia è un servizio essenziale, come il sistema industriale, come i trasporti.

Non si può non tener conto che stiamo affrontando un'emergenza mai vista. E quindi ovvio che ci siano rinvii e diffi coltà», dice Luciano Panzani, ex presidente della Corte di appello di Roma. «Il processo da remoto funziona meglio di quanto ci si sarebbe potuti aspettare. Ha il grande vantaggio di non far perdere tempo agli avvocati. Il contatto tra il giudice e le parti nel processo, anche in quello civile, è essenziale.

Occorre vi sia non soltanto scambio di atti scritti, ma udienze in teleconferenza tutte le volte che serve. Non è affatto impossibile. Occorre far tesoro di questa esperienza, codifi care le buone prassi che stanno emergendo e trasformarle in regole codifi cate. Occorrono però investimenti. Il processo civile telematico va implementato e quello penale telematico nasce adesso e va attuato. Mi pare che la formazione avvenga sul campo, per necessità» conclude Panzan.

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Diritto civile

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Diritto penale

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Fusioni e acquisiszioni

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Lo Studio Legale Galeota si occupa di consulenza e di contenzioso giudiziale e stragiudiziale con specifica competenza nel campo del diritto civile, penale ed internazionale. L’obiettivo che ci ha sempre caratterizzati è quello di competere nel mercato dei servizi legali fornendo elevata qualità e risultati coniugando preparazione e costante aggiornamento, garantendo un contatto diretto con la clientela, al fine di consentire uno stretto legame tra il professionista ed il cliente. L’Avv. Giacomo Galeota, iscritto all’ordine degli Avvocati del Tribunale di Fermo, esercita la propria attività presso tutti gli uffici giudiziari delle Marche.

Competenze diversificate, in più settori del diritto

La responsabilità civile rientra nella categoria più ampia delle responsabilità giuridiche. In particolare la locuzione ‘responsabilità civile’ ha un duplice significato: da un lato essa indica l’intero istituto composto dalle norme cui spetta il compito di individuare il soggetto tenuto a sopportare il costo della lesione ad un interesse altrui; dall’altro può essere considerata sinonimo della stessa obbligazione riparatoria imposta al soggetto responsabile.

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